Alessandro Rocchi, Lorenzo Bancalà, Veronica Vanelli e Francesco Corti. Foto di Elisa Miliani
Nell’ambito del progetto “Solidarietà sociale”, attivato fra gli Istituti superiori di Grosseto e le associazioni di volontariato, gli studenti della classe 2 B del Professionale Grafico, insieme alle docenti Ciampini e Dettori, si sono recati presso la UICI: (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), un ente morale che rappresenta la tutela dei non vedenti. I ragazzi sono stati ben accolti dalla presidente Luciana Pericci che, insieme ad altre persone lavora in questo settore del volontariato. Per effettuare il laboratorio siamo stati tutti bendati e poi divisi in due gruppi. I componenti del primo si sono recati in una stanza dell’ufficio amministrativo, per provare a scrivere su un foglio e poi hanno esaminato delle tavole tattili per identificare i soggetti rappresentati. Gli altri studenti sono andati in biblioteca, per provare a capire che forma avessero degli oggetti solo usando il tatto. Concentrandosi su questo senso e dimenticando gli altri, è stato abbastanza facile capire di che cosa si trattasse. Questa esperienza è stata resa più complessa dal fatto che gli alunni hanno dovuto salire e scendere le scale bendati, appoggiandosi l’uno sulle spalle dell’altro.
Questo ci ha fatto capire che un non vedente ha una autonomia limitata, ma che sviluppando l’udito e gli altri sensi può comunque percepire molti degli ostacoli e che, per arrivare all’obiettivo, c’è anche bisogno dell’aiuto reciproco. Abbiamo preso consapevolezza del fatto che i non vedenti hanno sviluppato gli altri sensi in un modo che le altre persone non sanno fare, acquisendo in tal modo molte abilità. Luciana e il suo staff ci hanno poi spiegato il loro lavoro nell'associazione, al fine di migliorare la vita di tante persone portatrici di questo handicap. Ad esempio una ragazza svolge il mestiere di avvocato e porta avanti le azioni legali per tutelare i diritti delle persone che non hanno avuto un trattamento adeguato. Alla UICI c'è anche un ragazzo, che durante la mattina aiuta gli utenti, e poi frequenta i corsi scolastici serali, riuscendo in tal modo a lavorare e a studiare. Dopo che ci siamo tolti le bende abbiamo espresso i nostri sentimenti e le emozioni. Veronica afferma che per lei è stata un’esperienza formativa però quando era bendata si è sentita soffocare, stretta e come sospesa nel vuoto. Francesco riferisce che camminare senza vedere gli ha dato una sensazione particolare, un misto tra smarrimento e una sfida da affrontare. Alessandro, sebbene sia abituato a convivere con il problema visivo, si è sentito trattenuto, per aver momentaneamente sospeso quel poco di vista che possiede. Lorenzo ha preso coscienza dell’importanza di sviluppare fiducia nei confronti degli altri per imparare a superare le difficoltà.Per tutti i ragazzi è stata una bella esperienza, quella di entrare in contatto con un’associazione che aiuta le persone. Ci ha fatto capire che con la volontà ognuno di noi può superare qualsiasi ostacolo, anche quando si tratta di un handicap grave, come la mancanza della vista.
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