Il 7 Febbraio le studentesse del Liceo Coreutico hanno avuto l’opportunità, nell’ambito di una formazione volta alla interdisciplinarità e alla completezza (arti figurative, scnografiche, musicali, coreutiche), di assistere al balletto in due atti Carmen, dalla novella di Prosper Mérimée nel nuovo allestimento coreografico in prima assoluta mondiale per il Teatro dell’Opera di Roma di Jiří Bubeníček, su musiche di Georges Bizet, Manuel de Falla, Isaac Albéniz, Mario Castelnuovo Tedesco, Gabriele Bonolis accompagnate dalle docenti di danza e storia dell’arte. Dopo aver assistito, con commozione e partecipazione, al balletto della Carmen, studentesse e docenti accompagnatori hanno passeggiato per le vie del centro storico ammirando alcuni dei monumenti più famosi della Capitale, completando così un percorso di apprendimento dal vivo in storia dell’arte, dal Colosseo all'Arco di Costantino, dal Foro Romano visto dal Campidoglio alle colonne romane (Traianea e di Marco Aurelio) e alle piazze scenografiche quali Piazza di Spagna, ammirando altresì la suggestiva Scalinata di Trinità dei Monti e la fontana della Barcaccia fino a Piazza Venezia. La giornata, già di per sé di alto profilo formativo, si è così conclusa con una ulteriore esperienza importante per le ragazze, soprattutto se consideriamo che per alcune di loro questa era la prima volta a Roma!

 “Ho voluto proprio Carmen come nuova creazione assoluta per il Teatro dell’Opera e ho puntato su un artista, un interprete strepitoso, un giovane coreografo di successo che sapesse raccontare una storia anche attraverso i movimenti” rivela Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi e Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. La nuova Carmen è all’insegna della raffinatezza visiva e coreografica, della forte sensualità, di eros e thanatos, ma anche della drammaturgia: Bubeníček è partito proprio dalla novella originale inserendo la sua coreografia all’interno di una struttura fortemente teatrale. Che il suo legame con il teatro e la narratività fosse estremamente importante, lo aveva anticipato lo stesso coreografo, appassionato di cinema e cresciuto con le tradizioni teatrali e circensi di Praga: non mancano mai nel corso dell’allestimento motivi e degli escamotage cinematografici, il cavallo animato nel secondo atto o la bellissima fuga a cavallo di Carmen. Tutto l’impianto resta fortemente narrativo con arditi salti temporali, fra presente e flashback regalando anche un maggiore spessore ai personaggi. Bellissima e raffinata, tutta la coreografia che alterna con maestria passi classici alla danza moderna, ma mai senza criterio: diversa l’estrazione sociale dei personaggi, diverso anche l’approccio alla danza. Ogni passo a due, romantico, passionale o rabbioso che sia, diventa sempre funzionale alla costruzione del personaggio, alla sua evoluzione, ogni scena di gruppo è sempre curata in ogni dettaglio. In perfetta sintonia la coppia Rebecca Bianchi – Amar Ramasar, Carmen-Don Josè (si alternano nel ruolo Susanna Salvi e Giacomo Castellana),indubbiamente sostenuta dalla coreografia, ma anche dalle spiccate dote interpretative e tecniche per calarsi perfettamente nel resto dell’allestimento folcloristico, ma estremamente moderno (costumi di Anna Biagiotti e scene e luci cupe di Gianni Carluccio) e tutto funzionale alla parabola di eros e thanatos della vicenda. “La mia Carmen è una femme fatale, ma dentro di sé ha soprattutto un elemento di indomabilità. Nessuno riesce a farle fare ciò che vuole” spiega Bubeníček. Molto affascinante la Carmen di Rebecca Bianchi al rientro sulle scene: la figura esile è leggerissima, ma l’ètoile è molto sensuale e si presta perfettamente al ruolo sfuggente e volubile della femme fatale per eccellenza insofferente a qualsiasi tipo di legame. Un’interpretazione ben guidata ed estremamente valorizzata dai movimenti suadenti studiati da Bubeníčekper la protagonista con una cura dei dettagli e del movimento quasi maniacali. Carmen e la sua sensualità spiccano su ogni dove perché è la protagonista perennemente impegnata in scena, ma è sempre ben sostenuta dalla presenza dell’elegantissimo artista ospite Amar Ramasar, già al New York City Ballett, che torna a Roma, e che disegna con raffinatezza la parabola verso l’inferno e la morte di Don Josè. Molto variegati i personaggi, soprattutto maschili, proposti intorno, da Garcia, marito di Carmen interpretato da Gaetan Vermeulen, al torero Lucas interpretato con maestria da Alessio Rezza: tutto l’allestimento appare tanto folcloristico con colori e luci della Spagna quando moderno e tutto fortemente funzionale alla passionalità e all’indomabilità di Carmen, eroina – vittima della storia. L’allestimento viene ben supportato alla dalla musica, una ricca contaminazione della partitura che attinge soprattutto a Bizet, rielabora De Falla, Albéniz, spaziando fino a Castelnuovo-Tedesco e alle composizioni di raccordo di Gabriele Bonolis che ha curato la riorchestrazione sempre molto omogenea: un’operazione musicale ben diretta con entusiasmo da Louis Lohraseb, al debutto all’Opera di Roma. Un grande allestimento apprezzato dal pubblico che destinato a diventare un classico del teatro romano (cit.).

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