"Le politiche per la formazione e per l’istruzione, rappresentano uno dei principali strumenti con cui realizzare una crescita sostenuta e durevole. I benefici dell’istruzione e della formazione sono infatti ampi e molteplici, sia per gli individui, sia per l’apparato produttivo, sia per la società nel suo complesso. Occorre un aumento generalizzato della dotazione di capitale umano del Paese anche per far fronte ai cambiamenti quali la globalizzazione, la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che hanno avuto un impatto trasversale e crescente su tutti i settori economici e sulla società in generale, lo sviluppo di nuovi ambiti produttivi. In Europa secondo le ricerche del Cedefop nel 2020 l’economia europea richiederà il 31,5% di occupati con alti livelli di istruzione e qualificazione, il 50% con livelli intermedi mentre i posti di lavoro per i soggetti con bassi livelli di qualificazione crolleranno dal 33% del 1996 al 18,5. Il modello produttivo del nostro paese basato sulla piccole e medie impresa che affrontano la concorrenza sulla qualità del prodotto e sulla capacità di adattamento basata sulla adozione di nuove tecnologie e modelli organizzativi necessita di adeguate competenze tecnico professionali."
Comincia così il documento della Conferenza Stato-Regioni di cui si auspica un'attenta lettura alla luce delle prossime riforme annunciate per la scuola italiana.
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